Quali invenzioni o scoperte sono avvenute per caso?

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bradipo1
view post Posted on 11/6/2008, 22:30




Premessa: come ho più volte scritto sono interessato alla stupidità umana, all'uomo come mosca cocchiera della storia.
Vi invito a ricordarmi tutte le scoperte o invenzioni avvenute per caso, ad esempio la penicillina è stata scoperta per caso, mi va bene la polvere da sparo inventata da un alchimista medievale (lo so che era già in uso in Cina, ma non credo che sia giunta da lì). Non mi va bene la scoperta dell'America da parte di Colombo, perché era già stata scoperta dalle popolazioni amerinde, sia perché Colombo pensava di trovare qualcosa, tanto che parlò di Indie Occidentali.
 
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lemures
view post Posted on 11/6/2008, 22:31




L'agricoltura...
 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 11/6/2008, 23:25




Il fuoco
 
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Bianconio
view post Posted on 11/6/2008, 23:29




La Coca-Cola... :mook:
 
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bradipo1
view post Posted on 11/6/2008, 23:49




Se siete d'accordo restringerei il campo alle invenzioni fatte in epoca storica, non sappiamo abbastanza di quelle in epoca prestorica.
Dissento sulla coca-cola, frutto di una serie di tentativi di ricette diverse. Da notare inoltre che all'epoca vi erano una serie di bevande "tonificanti" alla coca (vedi il famoso tonico Mariani: http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Mariani ), infine una bevande consimile, la Pepsi-cola, veniva prodotta quasi contemporaneamente.
 
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DiegoLeoni
view post Posted on 12/6/2008, 00:20




Nel 1786 Luigi Galvani professore di anatomia e chirurgia all’Università di Bologna, compì il famoso esperimento sulla rana che avrebbe potuto fare di lui il padre dell'elettricità. Egli scoprì casualmente che i muscoli delle zampe di una rana morta toccati con due metalli diversi (ad esempio ferro e rame) si contraevano. Galvani, che era un buon conoscitore della biologia, interpretò il fenomeno dalla parte della rana, ipotizzando cioè che le contrazioni muscolari fossero dovute ad un misterioso fluido elettrico presente nell’animale che egli chiamò “elettricità animale”. Pertanto il fenomeno osservato doveva essere, secondo Galvani, una caratteristica esclusiva dei tessuti viventi... Questa ipotesi fu confutata da Alessandro Volta professore di filosofia naturale all’Università di Pavia, che a differenza di Galvani conosceva bene la fisica. Egli ripeté l’esperimento e, focalizzando l’attenzione sui metalli, notò che le contrazioni delle zampe della rana cambiavano di intensità a seconda dei metalli utilizzati. Volta attribuì quindi l’origine dell’elettricità non alla rana, ma al contatto dei due metalli immersi in una soluzione conduttrice, e dimostrò che l’animale era semplicemente il rivelatore del passaggio della corrente elettrica...

Era giusta l’interpretazione che dette Volta al fenomeno, tuttavia il nome di Galvani è rimasto nel verbo “galvanizzare”...
 
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lemures
view post Posted on 12/6/2008, 10:29




e anche nello strumnto di misura chiamato Galvanometro...
 
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Bianconio
view post Posted on 12/6/2008, 11:22




CITAZIONE (bradipo1 @ 12/6/2008, 00:49)
Dissento sulla coca-cola, frutto di una serie di tentativi di ricette diverse. Da notare inoltre che all'epoca vi erano una serie di bevande "tonificanti" alla coca (vedi il famoso tonico Mariani: http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Mariani ), infine una bevande consimile, la Pepsi-cola, veniva prodotta quasi contemporaneamente.

Io sapevo che l'inventore, John Stith Pemberton, era intento a preparare il "Vino Mariani", e sostituendo per caso un ingrediente durante la preparazione inventò la cocacola... :mook:
 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 12/6/2008, 14:49




CITAZIONE (DiegoLeoni @ 12/6/2008, 01:20)
Nel 1786 Luigi Galvani professore di anatomia e chirurgia all’Università di Bologna, compì il famoso esperimento sulla rana che avrebbe potuto fare di lui il padre dell'elettricità. Egli scoprì casualmente che i muscoli delle zampe di una rana morta toccati con due metalli diversi (ad esempio ferro e rame) si contraevano. Galvani, che era un buon conoscitore della biologia, interpretò il fenomeno dalla parte della rana, ipotizzando cioè che le contrazioni muscolari fossero dovute ad un misterioso fluido elettrico presente nell’animale che egli chiamò “elettricità animale”. Pertanto il fenomeno osservato doveva essere, secondo Galvani, una caratteristica esclusiva dei tessuti viventi... Questa ipotesi fu confutata da Alessandro Volta professore di filosofia naturale all’Università di Pavia, che a differenza di Galvani conosceva bene la fisica. Egli ripeté l’esperimento e, focalizzando l’attenzione sui metalli, notò che le contrazioni delle zampe della rana cambiavano di intensità a seconda dei metalli utilizzati. Volta attribuì quindi l’origine dell’elettricità non alla rana, ma al contatto dei due metalli immersi in una soluzione conduttrice, e dimostrò che l’animale era semplicemente il rivelatore del passaggio della corrente elettrica...

Era giusta l’interpretazione che dette Volta al fenomeno, tuttavia il nome di Galvani è rimasto nel verbo “galvanizzare”...

Da cui l'adagio: Galvani vuol dire fiducia..... :yee:
 
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bradipo1
view post Posted on 12/6/2008, 17:58




CITAZIONE (Bianconio @ 12/6/2008, 12:22)
Io sapevo che l'inventore, John Stith Pemberton, era intento a preparare il "Vino Mariani", e sostituendo per caso un ingrediente durante la preparazione inventò la cocacola... :mook:

Anch'io ho le tue informazioni, ma si trattava di un tentativo di ottenere un prodotto omologo cambiando qualche componente, non di una invenzione indipendente. Pemberton cercava di fare una bevanda, ed una bevanda ha ottenuto. Galvani quando appese le cosce di rana ad un filo metallico non pensava di certo che si contraessero.


CITAZIONE (Antigono Monoftalmo @ 12/6/2008, 15:49)
Da cui l'adagio: Galvani vuol dire fiducia..... :yee:

No: Galvani vuol dire viducia (da leggere con accento teutonico)

 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 12/6/2008, 18:01




CITAZIONE (bradipo1 @ 12/6/2008, 18:58)
CITAZIONE (Antigono Monoftalmo @ 12/6/2008, 15:49)
Da cui l'adagio: Galvani vuol dire fiducia..... :yee:

No: Galvani vuol dire viducia (da leggere con accento teutonico)

:Tafazzi: :xixi:

 
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lemures
view post Posted on 12/6/2008, 18:04




non si dica in giro, ma Antigono parla come quelli di Sturmtrupenn
 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 12/6/2008, 18:18




CITAZIONE (lemures @ 12/6/2008, 19:04)
non si dica in giro, ma Antigono parla come quelli di Sturmtrupenn

Tu aferen tanten raghionen....
 
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DiegoLeoni
view post Posted on 12/6/2008, 19:25




CITAZIONE (lemures @ 12/6/2008, 19:04)
non si dica in giro, ma Antigono parla come quelli di Sturmtrupenn

Allora da domani è il mio nuovo Dio... :xixi:
 
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Vaede
view post Posted on 22/6/2008, 14:20




Poco fa stavo guardando una trasmissione di D’Averio, sul terzo, dedicata alla casa di Augusto.

Ad un certo punto è stato mostrato un affresco in cui si notava un tentativo molto rozzo di realizzare un effetto prospettico. Da lì è partita una discussione sul rapporto tra romani e scienza, tra D’Averio e la sua guida, di cui purtroppo non ricordo più il nome.

Quello che si è sostenuto è che i romani, eminentemente pragmatici, erano dispostissimi ad accettare nuove tecnologie ma, nello stesso tempo, non comprendevano l’importanza delle teorie che supportavano le tecnologie stesse. Come, per esempio, la matematica soggiacente alla realizzazione di una prospettiva corretta.

Non è che si limitassero a non conoscerla, proprio non gli interessava cercarla. Con la Grecia la scienza teorica finisce. I romani, a quanto ne so, costruirono immensi acquedotti ma ignoravano le equazioni di flusso che permettono di calcolare la portata di una condotta in base alla pendenza ed al diametro della stessa.

E probabilmente non si preoccuparono mai di cercarle. Ciò mi è apparso particolarmente rimarchevole perché proprio ieri sera mi sono imbattuto in un articoletto (su Le Scienze) a proposito del cosiddetto “Meccanismo di Antikythera”, datato tra il 100 ed il 150 d.c., è che è stato di recente smontato (virtualmente) nelle sue componenti tramite tecniche di tomografia a raggi X.

Si tratta di un calendario astronomico estremamente raffinato, permetteva di calcolare le orbite dei pianeti nonché eclissi di sole e di luna, basandosi probabilmente sulle teorie di Ipparco. Gli anni erano considerati correttamente di 365 giorni più i bisestili ma comprendeva anche le correzioni cicliche dovute al fatto che l’anno non è esattamente di di 365 giorni e quattro ore. La precisione sembra fosse di 5 parti su un milione.

Una precisione simile, ed una simile capacita di lavorare i metalli, ricompariranno solo con gli orologiai del settecento. Ecco, da da pensare...

Nanni
 
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57 replies since 11/6/2008, 22:30   1384 views
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