| Approfitto di questa discussione per postare qualche nota ricavata da un libro che sto leggendo, "Mappe della storia dell'uomo", di Steve Olsen.
La prima riguarda poco Stonehenge, ma vale come premessa. Inoltre ha parecchio stravolto la visione che avevo di quel periodo della preistoria.
Sembra che, a partire da una trentina di migliaia di anni fa l'era glaciale abbia avuto un forte recrudescenza. Le calotte glaciali tornarono a scendere verso le basse latitudini, raggiungendo l'Inghilterra ed il nord della Germania. Oltre, naturalmente, ai paesi scandinavi. L'uomo di Neanderthl in questa fase si estinse.
Non così gli europei di ceppo moderno, che anzi, ebbero un periodo di grande espansione demografica, limitata alle zone vivibili del continente. Ci fu anche un forte progresso sul piano culturale, se non erro è in questo periodo che vengono dipinte le pareti di grotte, realizzando delle vere e proprie cattedrali preistoriche, ben degne da far parte del patrimonio culturale dell'umanità. Stiamo parlando del tardo paleolitico. Non fu però in questo periodo "di abbondanza" che vennero costruiti i grandi cerchi megalitici come Stonehenge, ma in un momento successivo e, qui sta la mia sorpresa, molto meno favorevole.
Quando, circa tredicimila anni fa, i ghiacci presero a ritirarsi, la società del tardo paleolitico conobbe una profonda crisi. Il motivo, secondo Olson, va cercato nell'espansione delle foreste che seguì al riscaldamento e, suppongo io, all'aumento della piovosità.
Le foreste sono molto meno ricche di cacciagione delle tundre (o, ad altre latitudini, delle savane). La macrofauna (mammuth, rinoceronti lanosi, bisonti) che aveva fornito il supporto alimentare all'espansione tardo paleolitica, scomparve o si ritirò verso nord est.
Parallelamente la popolazione dell'Europa si ridusse e persino i reperti archeologici di questo periodo presentano una minore accuratezza di fabbricazione. CI fu insomma un impoverimento ed un arretramento culturale. Dopodiché, dalle regioni mediorientali, a partire da otto-novmila anni fa,cominciarono ad arrivare gli agricoltori.
Questi agricoltori, o meglio:agricoltori-pastori, Raggiunseri per prima la Grecia, o quantomeno è lì che si sono trovate le loro tracce più antiche, e poi si espansero lungo due direttrici: quella costiera, raggiungendo l'Italia e le coste meridionali di Francia e Spagna, circa settenila anni fa. L'altra direttrice puntò a nord lungo i Balcani e raggiunse la Germania e l'est della Francia.
I nuclei di cacciatori-raccoglitori furono in parte assimilati, in parte relegati verso le aree meno adatte all'agricoltura ed infine convertiti alla nuova cultura.
A questo punto tutto si fermò: per circa un millennio l'Europa fu divisa in due settori, uno dominato dagli agricoltori-allevatori e l'altro dai cacciatori raccoglitori. Fu in questa fase che si cominciarono a costruire i grandi monumenti megalitici europei.
Olsen sostiene che la coincidenza tra i due fatti non può essere casuale. Forse l'antagonismo tra le due culture spinse i cacciatori raccoglitori ad una sorta di rivendicazione della loro identità, spingendoli a mostrare agli altri ed a se stessi "di cosa erano capaci". Oppure, semplicemente, il contatto con la più evoluta cultura dei nuovi venuti, li cambiò, mutando la loro visione del mondo o spingendoli ad una nuova visione religiosa delle cose.
Sappiamo troppo poco delle motivazioni che spinsero alla costruzione dei cerchi megalitici. In qualche modo il confronto con gli agricoltori portò ad un aumento di complessità nella cultura dei cacciatori, e nel loro comportamento.
Infine l'avanzata della cultura degli agricoltori allevatori riprese e, in modo relativamente rapido, finì per coinvolgere l'intero continente. E di cerchi megalitici non se ne costruirono più.
Nanni
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