Farsalo, 48 a.C.

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DiegoLeoni
view post Posted on 8/8/2008, 14:33




La Battaglia di Farsalo fu combattuta il 9 agosto, 48 a.C. tra gli eserciti di Caio Giulio Cesare e Gneo Pompeo, rappresentanti rispettivamente il partito dei popolari (populares) e quello degli ottimati (optimates). La battaglia combattuta a Farsalo, in Grecia, e vinta da Cesare, fu l'atto conclusivo di quella guerra civile che minò definitivamente la base dell'ordinamento repubblicano di Roma antica.
Il 9 agosto i due eserciti furono finalmente di fronte. Quello di Pompeo era forte di circa 50 mila uomini, per lo più veterani, mentre quello di Cesare disponeva di circa 30 mila soldati, tra cui tre legioni veterane della campagna di Gallia, che costituivano il motivo per il quale Pompeo aveva cercato fino all'ultimo di evitare lo scontro in campo aperto con Cesare.
Cesare ebbe un altro vantaggio, che si rivelerà decisivo per le sorti della battaglia. Il comandante della cavalleria di Pompeo era infatti Tito Labieno, che aveva combattuto con lui in Gallia prima di passare al nemico. Labieno era abituato ad applicare una tattica che consisteva nell'attaccare sul lato debole dell'avversario, per poi convergere verso il centro contro il grosso dell'esercito nemico.
Lo schema tipico delle battaglie consisteva nello schierare gli eserciti con il grosso delle truppe in mezzo e due ali, spesso di cavalleria, che si confrontavano fra loro. Il confronto tra le ali costituiva il cuore della battaglia perché la parte vincente poteva poi aggredire il centro dello schieramento nemico con notevoli possibilità di successo.
Cesare quindi staccò dal lato destro sei coorti di soldati, i più esperti, e li posizionò come riserva, rompendo lo schema classico. Separando le coorti dall'ala, oltre ad avere una unità mobile pronta ad accorrere nel momento del bisogno, il generale mostrò contemporaneamente un finto lato debole, prevedendo che la cavalleria pompeiana vi si sarebbe gettata a capofitto.
Tutto andò secondo il disegno di Cesare: Pompeo schierò la sua fanteria pesante in formazione allargata per impressionare il nemico, e, non appena iniziò la battaglia, Labieno mosse la sua cavalleria all'attacco del lato destro, mentre Pompeo impegnò al centro il grosso della fanteria di Cesare guidato da Marco Antonio. Quando la cavalleria di Labieno venne a contatto con l'ala destra dell'esercito di Cesare, questi fece muovere la riserva e stringere i cavalieri avversari in una tenaglia: l'unica possibilità di salvezza per Labieno e i suoi fu la ritirata. Sentendosi sicuro sul lato più debole, Marco Antonio fece avanzare all'attacco i propri fanti, mentre il grosso dell'esercito di Pompeo, vedendo sconfitti e in ritirata i cavalieri su cui erano riposte le speranze di vittoria, cedette terreno demoralizzato.
Con la ritirata di Labieno e la perdita di due fronti su tre, Pompeo considerò perduta la battaglia e si ritirò insieme a tutto lo stato maggiore. In questo modo salvò la sua vita e quella di tutti i suoi ufficiali (tranne Lucio Domizio Enobarbo), ma perse quella di 15 mila soldati, mentre le perdite di Cesare ammontarono in tutto ad appena duecento uomini.

Purtroppo non ho trovato immagini degli schieramenti...
 
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Il Nazionalista
view post Posted on 8/8/2008, 17:13




Come fece un generale esperto come Pompeo a perdere in tal modo per molti è ancora un mistero. :Bravo!:
 
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Karma Negativo
view post Posted on 8/8/2008, 17:23




Indurre il nemico in fallo facendogli credere di star facendo cosa buona e giusta...

Modellare la volontà del nemico a proprio piacimento o sfruttarne la prevedibilità...
 
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Vaede
view post Posted on 8/8/2008, 19:05




Leggendo la ricostruzione che riporti, Diego, si ha la netta impressione che Pompeo avesse impostato una battaglia "da manuale".

Solo che i manuali li conosceva benissimo anche Cesare, e questo gli permette di anticipare le mosse dell'avversario.

E' un'impressione che avevo già avuto leggendo della stessa battaglia in altri contesti. Può darsi che ciò sia dovuto semplicemente al modo in cui l'evento è stato tramandato, però quadra con la personalità di Pompeo Magno, tutto organizzazione, metodo, tenacia. Ma poca fantasia.

Nanni
 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 8/8/2008, 22:05




Cesare compensò l'inferiorità numerica di fanteria e soprattutto di cavalleria con qull'espediente. Pompeo, evidentemente, non era più brillante come un tempo, sebbene a Durazzo - qualche temnpo prima di Farsalo - rischiò di suonarle a Cesare, e anche in questo caso il Magno non seppe sfruttare il vantaggio a suo favore...
 
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Il Nazionalista
view post Posted on 9/8/2008, 02:27




CITAZIONE (Antigono Monoftalmo @ 8/8/2008, 23:05)
Cesare compensò l'inferiorità numerica di fanteria e soprattutto di cavalleria con qull'espediente. Pompeo, evidentemente, non era più brillante come un tempo, sebbene a Durazzo - qualche temnpo prima di Farsalo - rischiò di suonarle a Cesare, e anche in questo caso il Magno non seppe sfruttare il vantaggio a suo favore...

E' proprio questo il mistero che più affligge i miei pensieri. Come è possibile che un generale che in passato aveva dimostrato ottimo talento in battaglia, avesse tanto paura del suo nemico che era sì abile ma con le spalle al muro? Che siano stati i senatori suoi amici a chiedere prudenza? Mah...
 
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Antigono Monoftalmo
view post Posted on 9/8/2008, 08:41




Andare via dall'Italia e organizzare la resistenza in Grecia fu un'ottima strategia di Pompeo...i senatori e i suoi "amici"fuggiti con lui erano completamente imbelli e imbecilli (scusate l'allitterazione... ;) ) così da esasperarlo.. Non ebbe quella tranquillità decisionale che un generale dovrebbe avere. Troppa gente incompetente vicino che gli rompeva letteralmente i coleos.....
 
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Tvllia
view post Posted on 9/8/2008, 10:49




Pompeo aveva truppe più numerose e sulla carta più forti. Ma sapeva benissimo che chi aveva di fronte era capace quanto lui nell'arte della guerra.

Il problema di Pompeo è che era anziano (quindi meno lucido nel prevedere) ed era pressato fortemente da tutti quegli "inetti" senatori che lo circondavano e che lo spingevano a dar battaglia subito...subito!
Ha ragione Antigono quando dice che non era affatto tranquillo. Decine di consigli, suggerimenti, voci, critiche che assillavano ogni ora ed ogni mossa di Pompeo.

Mentre Cesare era unico e solo arbitro delle proprie decisioni.

C'è una bella differenza...
 
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DiegoLeoni
view post Posted on 9/8/2008, 12:53




Certo... Effettivamente avere accanto a se gente petulante e chiaccherona come Cicerone e Catone non doveva essere semplice... :...?:
 
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Vaede
view post Posted on 9/8/2008, 14:52




Cicerone era a Farsalo?

Mi pareva che avese tenuto una posizione piuttosto defilata, condannando Cesare ma evitando di collaborare attivamente con le operazioni militari ella guerra civile.

Il pesce in barile, insomma.

Nanni
 
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DiegoLeoni
view post Posted on 10/8/2008, 13:37




CITAZIONE (Vaede @ 9/8/2008, 15:52)
Cicerone era a Farsalo?

Mi pareva che avese tenuto una posizione piuttosto defilata, condannando Cesare ma evitando di collaborare attivamente con le operazioni militari ella guerra civile.

Il pesce in barile, insomma.

Nanni

No... Da quel che so io, Cicerone a Farsalo c'era... Solo dopo la battaglia tornò a Roma e ricevette il perdono di Cesare...
 
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Vaede
view post Posted on 10/8/2008, 22:14




Si, ho controllato e, naturalmente, hai ragione. Cicerone raggiunse Pompeo poco prima della battaglia di Farsalo.

Non ebbe quindi troppo tempo per rompere i coglioni al comandante, però, anche perché non credo che fosse un grande esperto di cose militari.

Però magari fu la goccia che fece traboccare il vaso. Doveva essere uno che quando cominciava a parlare non smetteva più

Nanni
 
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Il Nazionalista
view post Posted on 11/8/2008, 14:32




CITAZIONE (Vaede @ 10/8/2008, 23:14)
Si, ho controllato e, naturalmente, hai ragione. Cicerone raggiunse Pompeo poco prima della battaglia di Farsalo.

Non ebbe quindi troppo tempo per rompere i coglioni al comandante, però, anche perché non credo che fosse un grande esperto di cose militari.

Però magari fu la goccia che fece traboccare il vaso. Doveva essere uno che quando cominciava a parlare non smetteva più

Nanni

Già, Chiedilo a Catilina. :xixi:
 
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Vinvitore del popolo
view post Posted on 31/10/2018, 14:46




CITAZIONE (Vaede @ 10/8/2008, 22:14) 
Si, ho controllato e, naturalmente, hai ragione. Cicerone raggiunse Pompeo poco prima della battaglia di Farsalo.

Non ebbe quindi troppo tempo per rompere i coglioni al comandante, però, anche perché non credo che fosse un grande esperto di cose militari.

Però magari fu la goccia che fece traboccare il vaso. Doveva essere uno che quando cominciava a parlare non smetteva più

Nanni

Cicerone non era a Farsalo perché malato. Dopo Durazzo non seguì Pompeo nemmeno in Tessaglia. Codardo, aspettò di tornare in Italia e restò a Brindisi per quasi un anno temendo per la propria vita, dal momento che i soldati di Cesare lì presenti lo ritenevano il nemico più vistoso della factio optimas
 
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13 replies since 8/8/2008, 14:33   232 views
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