Surrealismo: Joan Mirò, "Maggio 1968"

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Virginicchia
view post Posted on 24/8/2010, 22:31




[size=7]Il quadro che ho scelto per questo primo intervento non è casuale. "Maggio 1968" un anno, una data che ha significato cambiamento e rivoluzione in tutti i contesti sociali. E chissà che magari anche noi, su questo forum non creiamo una piccola rivoluzione culturale. ;)

Ma andiamo con ordine.

L'artista, Joan Mirò, nasce a Barcellona nel 1893, figlio di un orefice e orologiaio. Su consiglio del padre, Miró intraprese studi commerciali ma in parallelo frequentò lezioni private di disegno; dal 1910 al 1911 lavorò come contabile in una drogheria, finché un esaurimento nervoso non lo convinse a dedicarsi all’arte a tempo pieno. Fu il lungo periodo di convalescenza passato nella casa di famiglia a Montroig del Camp a consolidare definitivamente la sua vocazione; lo stesso Miró riconobbe in seguito in Montroig e Maiorca i due poli della sua ispirazione. Tornato a Barcellona nel 1912, frequentò l’Accademia Galí fino al 1915, dopodiché passò al Circolo Artistico di Sant Lluc. Nel 1916 Mirò affitò uno studio ed entrò in contatto con personalità nel mondo del'arte. Furono questi gli anni in cui Miró scoprì il "Fauvismo" (Fauves in francese vuol dire "Bestie selvagge", un movimento pittorico francese di breve durata, che si ispirava soprattutto all'Impressionismo, sebbene i seguaci di questa corrente lo criticassero altamente, ma da cui poi verranno tutte le varie correnti dell'Espressionismo europeo) e in cui tenne la sua prima esposizione personale alle Galeries Dalmau. Attirato dalla comunità artistica che si riuniva a Montparnasse, nel 1920 si stabilì a Parigi, dove conobbe Picasso e il circolo dadaista di Tristan Tzara. Già in questo periodo, in cui disegnava nell’accademia La Grande Chaumière, cominciò a delinearsi il suo stile decisamente originale, influenzato inizialmente dai dadaisti ma in seguito portato verso l’astrazione per l’influsso di poeti e scrittori surrealisti. Sempre a Parigi, nel 1928, la sua esposizione nella galleria Georges Bernheim lo rese famoso.

Il 12 ottobre 1929 Miró sposò Pilar Juncosa a Palma di Maiorca; la coppia ebbe una unica figlia di nome María Dolores (nata il 17 luglio 1931 e morta nel dicembre 2004). (e lo scrivo staccato perchè mi diverte sottolineare questo genere di pettegolezzi XD)

Con lo scoppio della guerra civile spagnola (1936) tornò a Parigi, dove si dedicò a raccogliere fondi a favore della causa repubblicana, ma fece ritorno in Spagna al momento dell’invasione nazista della Francia. Da questo momento visse stabilmente a Maiorca o a Montroig.
Miró fu uno dei più radicali teorici del surrealismo, in numerosi scritti e interviste espresse il suo disprezzo per la pittura convenzionale e il desiderio di “ucciderla”, “assassinarla” o "stuprarla" per giungere a nuovi mezzi di espressione; ed è ciò che si vedrà nel quadro che tra poco presenterò:una totale inconsistenza dell'immagine, una serie di chiazze, righe, caos sulla tela.
Nel 1954 Miró vinse il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio Internazionale Guggenheim. In questi anni fece molti viaggi ed esposizioni negli Stati Uniti.
Fin dal 1956 si stabilì definitivamente a Palma di Maiorca in una casa progettata e costruita dal cognato, cui aggregò in seguito un laboratorio e uno studio di pittura grazie all’aiuto dell’amico Josep Lluís Sert. Nel 1972 Miró aveva creato la Fundació Joan Miró a Barcellona.

Per i riconoscimenti in patria Miró dovette attendere gli anni della vecchiaia e la caduta del franchismo: nel 1978 ricevette la Medalla d'Or de la Generalitat de Catalunya; nel 1979 l'Università di Barcellona gli conferì la laurea honoris causa (l'Università di Harvard aveva già provveduto nel 1968); nel 1980 ricevette la medaglia d’oro delle Belle Arti dal re di Spagna Juan Carlos; nel 1981 fu premiato con la medaglia d'oro di Barcellona.
In età avanzata Miró accelerò il suo lavoro, creando ad esempio centinaia di ceramiche, tra cui il Muro della Luna e il Muro del Sole presso l'edificio dell'UNESCO a Parigi. Si dedicò pure a pitture su vetro per esposizione.
Negli ultimi anni di vita Miró concepì le sue idee più radicali, interessandosi della scultura gassosa e della pittura quadridimensionale.
Joan Miró morì a Maiorca all'età di 90 anni e venne sepolto a Barcellona, nel cimitero di Montjuïc.

"Maggio 1968"
Si riferisce ai fatti avvenuti nella primavera del '68, quando gli studenti dell'Università di Nanterre e della Sorbona sfidarono l'ordine costituito con sommosse e manifestazioni. Tra i fattori scatenanti delle rivolte studentesche, alle quali si aggiunsero gli scioperi dei lavoratori , vi erano la carenza di mezzi all'interno delle università, la mancanza di prospettive di lavoro e una violenta repressione della polizia. Questi studenti volevano cambiare la società e i metodi educativi, rivendicavano la libertà sociale, esigevano utopisticamente l'abolizione dell'autorità, al grido di "LA FANTASIA AL POTERE".
E così fece anche il nostro artista. Iniziò quest'opera agli inizi del movimento (venne poi firmato cinque anni dopo).
E' un'esplosione di vitalità.
A settantacinque anni compiuti, Mirò solidarizzò con lo spirito ribelle di questi giovani. "Maggio 1968" non è soltanto un quadro, è un muro che porta impressi impulsi e ideali. Impronte di mani, macchie spontanee, schizzi e scolature, colori applicati senza intralci, nella più assoluta LIBERTA'.
Ora chiederei cortesemente a lor signori che leggeranno codesto mio intervento di non fermarsi, nell'osservare il quadro, a quei tipici pregiudizi che il Surrealismo (o il Dadaismo o il Cubismo, talvolta capita anche li..)suscita: "lo facevo anch'io quando andavo all'asilo" . BALLE. Perchè dietro a questo "scarabocchio" come può essere definito,c'è tutta una riflessione filosofica: il desiderio di svuotamento dai concetti, da tutti gli archetipi e canoni che fino ad allora l'arte aveva imposto agli artisti. Uno svuotamento che va anche di pari passo con la crisi dei valori, con la guerra, con la dittatura (in questo caso di Franco). Io credo semplicemente che un determinato movimento artistico debba essere inquadrato nel suo contesto specifico per essere compreso davvero.
Detto ciò... buona visione U_Uimage
 
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Karma Negativo
view post Posted on 24/8/2010, 22:44




Mi è capitato questa estate, a Barcellona, di entrare in un'esposizione di quadri di Mirò.
Le sue sono senza dubbio opere singolari, ha un modo tutto suo di rappresentare le cose, di deformarle, di certo in modo non casuale.


image

A me piace particolarmente questo quadro, anche se non so cosa di preciso rappresenti.

 
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Virginicchia
view post Posted on 24/8/2010, 23:07




é intitolato "Carnevale di Arlecchino", lo dipinse tra il '24 e il '25... Non è esposto a Barcellona, credo sia esposto nell'altra sua fondazione, sull'isola di Maiorca. Io ho inserito il quadro che a Barcellona mi colpì di più :)
 
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view post Posted on 27/8/2010, 12:20
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Di Mirò ho visto naturalmente la mostra barcellonense e l'esposizione presente al MoMA. Mi piace alquanto: è stato, insieme a Mondrian, uno degli artisti più contagiosi per il gusto estetico della futura Pop Art anni '80, grazie soprattutto al suo uso del colore. Gode di un simbolismo difficilmente comprensibile che lo rende, al pari di Magritte, Klimt e Dalì, uno degli artisti più ermetici ed emblematici della storia dell'arte novecentesca. Tuttavia, personalmente, preferisco lo stile di Kandinskij, il quale influenzò sicuramente l'opera di Mirò (entrambi, del resto, erano legati alle gallerie Maeght).
ANDREW SEAS
 
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lillà
icon4  view post Posted on 31/12/2010, 11:47




hahhhahha
 
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5 replies since 24/8/2010, 22:31   3176 views
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