Ho trovato, curiosando in rete, questa nota che mi ha colpito, proveniente da un cronachista di Ferrara, nel periodo immediatamente precedente l'arrivo della peste ma in cui già si era a conoscenza del contagio in oriente e se ne cercavano origini e giustificazioni:
CITAZIONE
"Tra il Catai e la Persia era comparsa una forte pioggia di fuoco. Come se si trattasse di fiocchi di neve, il fuoco cadeva sulla terra, bruciando montagne, pianure e tutte le restanti regioni, uomini e donne compresi. Poi si formò una enorme colonna di fumo. E chi la guardava moriva a distanza di una mezza giornata. E allo stesso modo morivano quegli uomini e quelle donne che videro qualcuno che era stato testimone oculare di questo avvenimento".
Ora, questa è indiscutibilmente la descrizione di una violentissima eruzione vulcanica, di cui non esiste documentazione storica, o almeno io non ne conosco.
Ma cosa c'entra una eruzione con la peste? Potrebbe aver notevolmente peggiorato le condizioni di vita per moltissime persone, oltre a procurare spostamenti massicci di profughi, favorendo così l'esordio della pandemia.
E' un argomento che mi interessa moltissimo, perché noi siamo figli di quella peste, lo è la nostra cultura, nata da una violenta frattura con tutto ciò che c'era prima.
Per dire, la religione in Europa sembra abbia perso notevolmente la sua presa, a causa della sua incapacità di dare una qualsivoglia risposta alle questioni poste dalla pandemia. La laicità europea parte da lì. Lo stesso non capitò in altri paesi del mondo.