| Scusa Fabio, ma se le presunte civiltà scomparse fossero antecedenti persino al paleolitico non ci sarebbe alcuna traccia di continuità con le loro presunte testimonianze, che sono tutte di molto successive, quindi la cosa non quadrerebbe comunque.
Si può avanzare qualche ipotesi alternativa, cioè che, occasinalmente ed in modo indipendente, siano state fatte scoperte scientifiche importanti poi successivamente dimenticate. Non tracce di antiche civilizzazioni ma singoli lampi poi subito smorzatisi.
Penso ad una cosa come il disco di Festo, per esempio, che dimostra l'invenzione della stampa a caratteri mobili, o almeno dei suoi principi, in epoca micenea.
Ne mi costa alcuna fatica immaginare che uno sconosciuto genio dell'antichità abbia inventato la pila elettrica al tempo della civiltà egiziana. Magari la usava per far divertire gli ospiti del suo mecenate, come si faceva nel settecento con le bottiglie di Leida.
Alla sua morte nessuno è più riuscito a costruirne un'altra e la pila originale è rimasta tra i mirabilia di qualche notabile del tempo per arrivare fino a noi.
Bisogna capire che il mondo antico era molto più frammentato del nostro, in cui una scoperta scientifica si diffonde rapidamente. Doveva essere possibile che in una singola località si sviluppassero tecniche che noi considereremmo molto avanzate per risolvere determinati problemi.
Poi però un'invasione barbarica, una terribile epidemia o una qualche altra catastrofe naturale spazzava via tutto, lasciando magari arrivare fino a noi quelle poche, ambigue, tracce archeologice che fanno gridare alla grande civiltà scomparsa.
Se ci pensi la stessa leggenda di Atlantide, come la riporta Platone, fa pensare ad una civiltà avanzata, rispetto alle altre dell'epoca, ma solo in modo piuttosto relativo, tanto da essere sconfitta militarmente dai "greci", o da chi per loro.
Nanni
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