| Il piccolo villaggio di Zhelaizhai, ai confini del deserto del Gobi, in Cina, nella provincia di Gansu, sarebbe una città romana a quasi 10'000 chilometri da Roma. Al tempo la città si chiamava Li-Jian, detta anche Jieh-lu, che significa "prigionieri di guerra", e quì venne trovato un grande muro di cinta che sembrava di fattura romana (ora quasi completamente sbriciolato dalla gente del posto per fertilizzare i campi). Si ipotizza che i Romani che giunsero in questa zona fossero reduci della sfortunata spedizione di Marco Licinnio Crasso contro i Parti nel 53 a.C., che si concluse con una grande sconfitta subita dai Romani a Carre. Su 42'000 uomini i Romani ebbero 30'000 perdite fra morti e prigionieri. Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia" parla dei legionari romani dispersi nella Margiana, zona dell'odierno Turkmenistan a più di 2'000 chilometri dall'avamposto romano più vicino. E' probabile che questi reduci vennero assunti come guardie di confine nell'impero partico, ma al tempo della loro restituzione ai romani in seguito al trattato di pace fra Romani e Parti stipulato nel 20 a.C. non vennero trovati. E probabile che fossero riusciti a fuggire, verso nord-est, e si fossero arruolati come mercenari fra gli Unni, tribù nomadi a quel tempo comandate da Tzh Tzh. Prove di questo sarebbero date da un libro cinese, "Annali degli Han Anteriori" (del I sec. a.C.) che descrive fra altre cose anche le battaglie fra Cinesi e Unni: il campo degli Unni era trincerato da una doppia palizzata in legno (sistema utilizzato dai Romani) e gli Unni si erano schierai "a scaglie di pesce", sistema molto simile a quello della stestuggine romana, per ripararsi da fracce e fromboli. In seguito alla vittoria dei cinesi avvenuta nel 36 a.C. i legionari sarebbero stati fatti prigionieri e utilizzati come guardie di confine in quella zona, nel villaggio di Li-Jian (che sarebbe la trascrizione fonetica di "legione"). Le analisi del Dna su 2000 abitanti del posto hanno confermato, nel 46% dei casi, una provenienza europea, anche se non è stato possibile capire a che epoca risalisse questa eredità. Gli scavi in quella zona hanno trovato tracce di antiche strade che si intersecavano ad angolo retto (comenegli accampamenti romani), i resti di una borraccia di manifattura occidentale e la tomba di un uomo dell'epoca alto 1 metro e 80 (decisamente più alto della media cinese). Ciò che ascia un po' scettici è la vicinanza di Li-Jian con la Via della Seta, facendo pensare che le interferenze occidentali siano dovute a questo...
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