CITAZIONE (clarapam @ 16/10/2008, 00:56)
CITAZIONE (oea @ 15/10/2008, 00:46)
C'è un'alternativa a quella proposta nel sondaggio.
E' riassunta in quattro versi di una poesia di Wystan Auden, September 1, 1939 (la poesia è scritta all'inizio di quel grande Male che fu la seconda guerra mondiale) :
I and the public know
What all schoolchildren learn,
Those to whom evil is done
Do evil in return
Coloro a cui è fatto del male/ fanno del male in risposta
Auden ci ricorda una verità che si impara fin dalla scuola elementare: si fa il male che si è ricevuto, al di là di volontarismi o intellettualismi.
Per alcuni filosofi, il problema non è quello dell'intellettualismo o del volontarismo, ma quello della prima origine del Male. Una volta originato, il Male si perpetua di generazione in generazione con atti che sono più meccanici che volontari, più meccanici che frutto di ignoranza o intelligenza.
E quindi di cosa è fatto il male, da dove viene? è sostanza o non lo è? quando ha avuto origine, se l'ha avuta?
Dopo la domanda dell'origine, per quanto si possa osservare che esso si protrae di generazione in generazione come conseguenza di sè stesso, secondo me la domanda di fondo rimane: perchè l'uomo meccanicamente lo compie? Ne è consapevole o meno? Lo conosce ma decide di attuarlo, o lo attua perchè non lo conosce?
E i mali fisici, come le malattie, i cataclismi naturali, la morte?
Comincio dall'ultima domanda:
dopo i mali fisici del tipo cataclismi, solo il 6% circa dei sopravvissuti sviluppa il Disturbo Post-Traumatico da Stress, DPTS (memorie del trauma che tornano insistenti per anni, insonnia, disturbi neuro-vegetativi, propensione ad esplosioni di collera, etc.)
Dopo traumi anche meno fisicamente dolorosi, ma inferti da mano umana, la percentuale delle vittime che sviluppa il DPTS sale, dal 30% all'80% a seconda dei gruppi di vittime studiati (vittime di bullismo, vittime di stupri, vittime di torture).
Dunque, poco o nessun rischio di ripateizione meccanica del male se il dolore è attribuibile a cause naturali.
Si può essere coscienti (anche nel senso di coscienza che sono "male") di atti che si compiono meccanicamente, quindi senza vera volontarietà e senza vera riflessione critica 8come dice una vecchia formula da catechismo, senza
piena avvertenza e
deliberata coscienza). La parola "meccanicamente" è intesa appunto a segnalare questa non rara evenienza.
L'origine del male, secondo Luigi Pareyson, è la stessa dell'origine della libertà. Consiglio il saggio riassuntivo della sua filosofia: "
Filosofia della Libertà" (Il Melangolo). E il Male, secondo questo grande filosofo, maestro di Eco e di Vattimo, va distinto dalla sofferenza. il Male è sofferenza non necessaria alla vita e non produttrice di crescita della coscienza. Il Male che fa il colpevole è diverso dal "male" (sofferenza" che riceve la vittima.
Sulla "Sostanza", nel 2008 non poso seguirti. Il concetto è stato vantaggiosamente sostituito, mi sembra, nelle scienze inclusa la Fisica, nell'Etica, ovunque, da quello di Relazione (del tipo della relazione e= mc2)